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Energia solare: l’Italia sta a guardare (di Vito Chirenti)

L’emergenza energetica richiede soluzioni tecnologiche. Ma soprattutto che venga tolto il freno all’innovazione bloccata dalla burocrazia più assurda. Un esempio è quello rappresentato da ciò che il fotovoltaico intelligente propone e che ci viene illustrato da Vito Chirenti. Ovvero il presidente nazionale di Assvepa, l’associazione dei produttori di vetrate panoramiche. Che potrebbero permetterci di risolvere molti dei nostri problemi di approvigionamento con soluzioni smart e di design.

energia solare Chirenti

L’energia solare e la burocrazia italiana

L’Italia deve riappropiarsi delle tecnologie fotovoltaiche. E incentivare, incoraggiando l’impresa privata, la produzione industriale su larga scala dei lingotti di silicio e dei “wafer” mono e poli-cristallini utilizzati oggi per il BIPV (Building Integrated PhotoVoltaics) e il VFV (Vetro FotoVoltaico per l’edilizia e l’architettura).  Non possiamo più dipendere da Paesi che sono i partner commerciali (e non solo) della Russia e inaffidabili. Quanto  successo in Ucraina potrebbe, ad esempio, succedere presto a Taiwan, grande produttore di elettronica, chips e celle fotovoltaiche.

In questo settore, in Italia, nella zona di Carmignano di Brenta in provincia di Padova, abbiamo degli esperti riconosciuti a livello internazionale. E  delle aziende di assoluta eccellenza che progettano e costruiscono unità robotizzate per la produzione di elementi fotovoltaici che installano in tutto il mondo. Esportando purtroppo all’estero le nostre innovazioni e le nostre tecnologie d’avanguardia ma, paradossalmente, non in Italia, patria di burocrazie e tasse demenziali.

BIPV E VFV, cosa sono+

Grazie al BIPV e al VFV  ogni edificio potrebbe trasformarsi in una vera e propria “centrale” per la produzione e l’accumulo di energia elettrica generata dall’unica fonte pulita, inesauribile e gratuita: quella solare. Sulle nostre teste abbiamo una gigantesca centrale nucleare, inesauribile, sicura, non inquinante e alla portata di tutti. Perché costruirne altre, costosissime e – checché si dica – pericolose? Le nostre case possono diventare, senza pregiudicarne gli aspetti e l’estetica, migliaia e migliaia di “centrali solari” funzionali e sicure. Che, a differenza di quelle a combustibili fossili inquinanti (come il petrolio o il gas di Putin), non emettono neppure un grammo di CO2 nell’atmosfera e sono sostenibili al 100%.

Nelle vicine Svizzera, Francia e Germania, che hanno meno sole di noi, lo stanno già facendo da una decina d’anni, con risultati a dir poco straordinari.  Senza dimenticarci che l’elettricità “per autoconsumo”generata dal sole è in assoluto la fonte energetica più democratica che esista. Poiché non soggetta alle regole monopolistiche e alle logiche dei profitti bancari delle multinazionali, ma dipende direttamente dal singolo cittadino e va quindi nell’interesse della collettività e del nostro Paese.È ora di darci una mossa se vogliamo abbassare le emissioni di biossido di carbonio come imposto dalla UE, risparmiare sull’energia e non dipendere più dai dittatori di turno. E ciò sarebbe una svolta epocale nella tanto decantata (e poco attuata) transizione ecologica. Approfittando dei formidabili strumenti e delle enormi risorse messe in campo dal PNRR (ma delle quali, ahinoi, una buona parte già sprecata).

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