Il Coronavirus a Hong Kong: ce lo racconta Francesco, che là vive da sei anni con la moglie e un figlio di 4 anni.
Situazione abbastanza tranquilla, viste le decisioni prese dal governo. Anche se il Covid-19 non è stato ancora debellato completamente.
Le voci digitali: Francesco da Hong Kong
Niente turisti e quarantena per chi è rientrato
Le accuse di due microbiologi
Proprio da Hong Kong sono arrivate le parole di due microbiologi, Yuen Kwok-Yung e Lung David, in un articolo uscito il 18 marzo su Mingpao.
I due medici hanno spiegato le ragioni scientifiche per cui sono certi che il virus sia nato a Wuhan e non all’estero. Questo anche per contrastare le teorie cospirazioniste diffuse da Pechino .
Gli studiosi – come si spiega qui sulla rivita Tempi – denunciano l’uso della compravendita di animali selvatici che ancora oggi avviene in Cina. E attaccano il Partito comunista perché a 17 anni dallo scoppio di epidemia di Sars non sono startiu in gradi di chiuderlo: «Se il commercio di questi animali continuerà, tra circa una decina d’anni avremo inevitabilmente una Sars 3.0».
Una “pessima abitudine”
Per Yuen e Lung la pessima abitudine di commerciare e mangiare animali vivi, «sono all’origine di questo virus. E se niente cambierà, avremo inevitabilmente un’altra grave epidemia».
Nelle loro parole è contenuta una critica implicita anche alla medicina tradizionale cinese che consiglia di mangiare le squame di pangolini (i principiali indiziati della trasmissione all’uomo del Covid-19) per curare l’impotenza maschile. Ogli zibetti (che hanno trasmesso la Sars nel 2003) per aumentare il proprio “qi”, la propria forza ed energia interna.
Come rileva Tempi, “i due microbiologi, dunque, hanno rintracciato l’origine della pandemia in una pessima abitudine di parte della popolazione cinese, in un aspetto della medicina tradizionale cinese e nella cultura politica del Partito comunista. Che nonostante disponga di enormi mezzi di controllo ha permesso che il commercio di animali selvatici continuasse indisturbato nel Paese”.
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