RISC-V e il futuro dell’Europa nella corsa ai microprocessori

da | 12 Apr 2025

Un nuovo paradigma tecnologico

L’architettura RISC-V si sta affermando come un elemento chiave nella competizione globale sui semiconduttori. Un recente studio condotto da ricercatori della Fudan University di Shanghai, pubblicato su Nature il 2 aprile 2025, ha dimostrato la possibilità di costruire microprocessori da un nanometro, impiegando materiali diversi dal silicio e tecnologie alternative alla litografia EUV (Extreme Ultraviolet). Sebbene le prestazioni di questi chip siano ancora inferiori rispetto a quelli sviluppati con tecnologie occidentali, il risultato potrebbe minare le strategie di controllo tecnologico attraverso i dazi e le sanzioni.

L’indipendenza digitale e il progetto DARE

In questo scenario, l’Unione Europea ha rafforzato il proprio impegno nell’architettura RISC-V, con la creazione del progetto Digital Autonomy with RISC-V in Europe (DARE). Finanziata con 240 milioni di euro attraverso EuroHPC Joint Undertaking, l’iniziativa mira a sviluppare processori avanzati per supercomputer e applicazioni di inteligenza artificiale (AI). Il progetto è coordinato dal Barcelona Supercomputing Center (BSC-CNS) e coinvolge 38 partner europei.

DARE si focalizza su una strategia basata su chiplet, ossia singoli die combinabili per creare sistemi modulari. Tra i progetti in sviluppo figurano:

  • Un acceleratore vettoriale per HPC, sviluppato dalla startup spagnola Openchip.
  • Un chiplet AI di nuova generazione, realizzato dalla olandese Axelera AI.
  • Un processore general-purpose, progettato dalla tedesca Codasip.

L’approccio chiplet offre vantaggi significativi in termini di efficienza, prestazioni e scalabilità, con un impatto diretto sulle tecnologie emergenti.

RISC-V e la geopolitica dei semiconduttori

L’indipendenza tecnologica è al centro della strategia europea e globale. Paesi come India e Cina stanno già investendo pesantemente su RISC-V per ridurre la loro dipendenza dai fornitori occidentali. L’esempio cinese è emblematico: il colosso Alibaba ha sviluppato il processore XuanTie C930, dimostrando il potenziale competitivo delle architetture aperte.

Negli Stati Uniti, l’interesse crescente per RISC-V ha portato alcuni legislatori a valutare l’introduzione di restrizioni, soprattutto per contrastare l’uso della tecnologia da parte della Cina. Queste tensioni potrebbero influenzare il futuro della collaborazione europea nel settore, con possibili ripercussioni sui progetti in corso.

Un’opportunità da non perdere

L’Europa si trova di fronte a un bivio: investire nell’autonomia digitale o rischiare di rimanere vincolata alle politiche tecnologiche statunitensi. Il progetto DARE rappresenta un primo passo verso un ecosistema più indipendente e innovativo, capace di competere con le soluzioni proprietarie. La sfida è aperta e il risultato potrebbe ridefinire il ruolo del continente nell’industria globale dei microprocessori.

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