Un ponte per il Futuro: l’anello di Kaspersky

da | 3 Dic 2019

Un gioiello, o più precisamente un anello stampato in 3D, è la soluzione proposta da Kaspersky per combattere il “furto” dei dati biometrici.

Con questo anello, le nostre impronte digitali saranno messe al sicuro.

Kaspersky foto

L’ultimo progetto di Kaspersky

L’evento alla Samsung Arena di Milano

La soddisfazione per il nuovo progetto di Kaspersky si è ben vista nelle parole di Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Italia, e Vladimir Dashchenko, Head of the Vulnerabilities Research Group del Kaspersky Lab ICS CERT, che hanno introdotto il forum di ieri pomeriggio alla Samsung Arena di Milano.

Se Morten Lehn si è limitato a spiegare come la mission di Kaspersky non sia più quella di salvare il mondo, ma di proteggerlo dalle minacce informatiche, lo stesso non si può dire di Dashchenko.

Il giovane manager ha spiegato come la biometria sia in ogni aspetto delle nostre vite e di come purtroppo le persone non siano abbastanza preoccupate di tutelare i propri dati biometrici. Da studi condotti da Kaspersky, è risultato essere Internet la prima fonte di attacchi ai nostri dati biometrici. Ed è stato stimato che circa un milione di persone ha perso le proprie impronte digitali.

L’intervento di Marco Preuss

Tra i protagonisti del forum Marco Preuss, Direttore Europeo del Global Research & Analysis Team, ha denunciato la necessità di trovare un ponte tra mondo fisico e digitale. E questo ponte è proprio l’anello.

Preuss è, inoltre, convinto che il problema principale sia la mancanza di consapevolezza delle persone sull’importanza della sicurezza in ambito informatico.

Il dibattito sulla GDPR

La normativa europea GDPR è stato l’argomento su cui si è costruito un vero dibattito all’interno del forum.

Da un lato Fabio Scotti, professore associato dell’Università Statale di Milano, ne ha elogiato le tutele che questo garantisce, parlando di regole molto valide. Dall’altro lato, Debbie Smyth, consulente per l’Europa della ATM Industry Association, ha espresso perplessità sulla mole di domande che comporta la GDPR per gli individui.

Il problema di stabilire chi sia responsabile dei dati e della loro sicurezza ha, invece, messo d’accordo tutti. Nessuno, infatti, ha saputo dare una risposta certa. La mancanza di consapevolezza coinvolge tutti dagli individui alle aziende. E, quindi, la responsabilità va condivisa.

I suggerimenti di Dashchenko

I consigli, su come tutelare la privacy dei propri dati, di Dashchenko hanno concluso il forum. Se alle aziende è stato consigliato di cercare di applicare strategie di difesa, ai singoli individui è stato chiesto di prestare maggiore attenzione nell’utilizzo dei propri dati biometrici. Insomma, anche per gli ambienti più complessi vale la regola di prestare sempre attenzione a ciò che si fa.

Le parole di Morten Lehn

A margine dell’evento, in una breve intervista, Morten Lehn ha parlato di due concetti che stanno a cuore a Kaspersky: la GTI, Global Trasparency Iniziative, e la Cyber Immunity.

Sulla GTI ha dichiarato: “La trasparenza per noi è sempre stato un concetto importantissimo. Da novembre dell’anno scorso abbiamo iniziato a spostare i nostri data center a Zurigo. Questo perché i clienti hanno bisogno di capire che cosa faccia Kaspersky in profondità. Tutto quello che facciamo è molto dinamico, ogni giorno affrontiamo circa 400.000 minacce informatiche. E clienti come gli enti governativi hanno bisogno di trasparenza. Per Kaspersky questo processo è importantissimo.”

Sulla fattibilità della Cyber Immunity, Morten Lehn ha dichiarato: “l’obiettivo della Cyber Immunity è raggiungibile e non è contraddittorio rispetto a quello che fa Kaspersky. Il nostro obiettivo è proteggere i dispositivi IOT attraverso Kaspersky OS. Quando Eugene Kaspersky ha iniziato questo progetto dieci anni fa era probabilmente troppo presto. Adesso, invece, dopo tanto parlare si può cominciare la fase operativa. Le aziende hanno finalmente compreso l’importanza di tutelare i propri progetti sin dalla loro ideazione.”

 

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