Coronavirus, le voci digitali: Filippo dal nord della Svezia

da | 19 Mar 2020

Direttamente dal nord della Svezia ci scrive Filippo, che preferisce non apparire con il suo volto. Ecco la sua testimonianza dalla terra dei ghiacci. Parole dure, che fanno emergere rabbia e dolore. Da leggere con calma, per ponderarle per bene. Un grazie a Filippo che ha voluto partecipare all’iniziativa di Tra me e Tech.

Filippo dal nord della Svezia

“Uno Stato cinico”

Gentili Signori, sono un emigrato italiano in Svezia da ormai numerosi anni, Paese che ho sempre creduto bandiera in Europa e nel mondo, dei diritti umani e del progresso. Dove accoglienza, rispetto e welfare per i cittadini sono sempre stati un’eccellenza e motivo d’orgoglio per tutta la nazione.

Col cuore infranto dal dolore e dalla rabbia devo però fare sapere cosa sta succedendo qui, nel civilissimo nord, perché come si sta affrontando la crisi pandemica non è solo vergognoso, ma immorale e spietato. Degno atteggiamento di una società opulenta, giovane, viziata, narcisista ed egoista.

Lo stato svedese sta attuando un consapevole e silenzioso genocidio generazionale con il tacito sostegno di compagnie e molti comuni cittadini. Coscienziosamente hanno deciso di sacrificare la parte piú fragile della societá in nome del profitto e dei futili interessi personali. Poiché ormai troppo legati al proprio placido e ricco stile di vita che non deve essere modificato o turbato da chi è ormai percepito come un peso da questa società ingrata.

Non essendo uno specialista in ambito medico, non sto discutendo riguardo alla singolare strategia adotatta dall’epidemiologo statale Anders Tegnell, queste dispute le lascio ai sapienti. Non posso però fare a meno di notare come dietro alla solita facciata di politicamente corretto, si nasconda una realtà ben più becera e inquietante.

Il governo svedese, tra parole e fatti

Il governo svedese sostiene di voler aiutare specialmente gli anziani e chiunque appartenga ai gruppi cosiddetti a rischio. Parole a parte, i vuoti mantra che recitano di doversi lavare le mani spesso o evitare i luoghi affollati sono una delle poche azioni che sono state intraprese.

Per volontà governativa non vengono fatti tamponi a chi mostra i sintomi di Covid-19. E l’auto quarantena di 2 settimane per i lavoratori, che lo stato coprirebbe economicamente ai datori di lavoro, è percepibile solo da chi è stato in nazioni già duramente colpite come l’Italia e mostra sintomi.

Per tutti gli altri, per coloro che provano ad avere coscienza, si può stare a casa arbitrariamente se si crede di aver contratto il virus. Fino al termine dei sintomi percepibili più due giorni, poi di nuovo a lavorare. I portatori asintomatici e i menefreghisti con sintomi possono continuare a lavorare, andare a fare shopping, andare in vacanza e così via.

Si parla solo del lato più blando del Coronavirus

Le testate giornalistiche principali, propagandano sapientemente solo il lato più blando del Coronavirus. E gli articoli sugli inconvenienti che poveri turisti svedesi hanno dovuto affrontare per farsi rimborsare viaggi mai avvenuti, o sui trentenni guariti dal Covid-19 con solo una lieve ma fastidiosa tossetta o riguardo le perdite economiche di questa o quell’altra ditta, sono il resto del palinsesto giornalistico.

Cosí

Così qui si proteggono i cittadini anziani e i malati gravi. Al lavoro poi si vivono situazioni surreali e orribili di glaciale cinismo. Lavoro come tecnico operatore in un comprensorio sciistico (che non nominerò), dove ovviamente la maggioranza dei turisti proviene dalle grandi città dove il virus comincia ora a mietere le prime vittime.

Nei periodi di alta stagione, solo nel mio comprensorio, arrivano decine di migliaia di turisti. E la Contea dove vivo, grande più della Sicilia, ha solo un ospedale centrale e mal fornito. Pochi ambulatori e una popolazione di anziani piú alta rispetto ad altre zone della Svezia.

La regola: sminuire la pandemia

La ditta per la quale lavoro, come molte altre di ogni settore, si limita a sminuire la pandemia e propone blande azioni prettamente dal sapore di facciata politica. Come avere i distributori di sapone sempre pieni nei bagni e appendere volantini informativi nelle aree comuni. La verità è che di fronte al dio denaro la vita delle persone conta meno che zero.

Ho sollecitato piú volte la direzione a chiudere le piste per salvaguardare la popolazione, che il sistema sanitario non può reggere. Ho pregato affinché si facesse una scelta coraggiosa al di là delle ridicole raccomandazioni statali, che il personale non ha protezioni per lavorare, che gli stessi turisti dai quali dipendiamo vengono messi in pericolo. Nulla.

Mi è stato risposto con fredda aggressiva superficialità, che questa è isteria di massa. Che solo i vecchi muoiono di Coronavirus e che devo tacere se non sono un esperto.

Da oggi sono a casa in autoquarantena dopo aver riscontrato sintomi sospetti: forti dolori ai polmoni, stanchezza e tosse secca persistente. E se domani dovessi non avere più sintomi visibili, dovrei dopo due giorni aggiuntivi tornare al lavoro. Questo secondo la logica aziendale e statale.

Tutto aperto, bar e ristoranti invasi

A breve sarà Pasqua e ho ricevuto oggi l’informazione da un mio supervisore, anche lui in autoquarantena, che gli impianti sciistici verranno chiusi solo ed esclusivamente sotto ordine delle autorità competenti. Se non dovesse cambiare la situazione, questo è ciò che si prospetta: ristoranti, bar, negozi, seggiovie, supermercati invasi. Si certo, da solo 500 persone alla volta al massimo, perché al nord le regole sono regole e vanno rispettate.

Questo è il bieco egoismo nei confronti di chi ha pagato tasse per una vita, fatto crescere una nazione, allevato figli e nipoti. Che viene dunque celato dietro la spocchiosa scommessa (fatta sulla pelle di gente che morirà sola) di quando, chissà tra quanto, si tireranno le somme di quante pedine hanno perso gli uni e gli altri al truce Risiko della pandemia.

Chissà forse sono io a non possedere quel pragmatismo, quell’oculatezza spietata, quella prorompenza del giovane che pretende dai deboli e non dai potenti, un futuro che gli è già stato tolto. E che ha ormai la consistenza in bocca dello zucchero filato. Però vorrei dire a chi crede che solo i vecchi muoiano di Coronavirus, che questo non è affatto vero. Colui che pensa questo, non importa quanto sia in salute, giovane o ricco. È lui che è già morto dentro.

Vi ringrazio per la attenzione, vi pregherei con tutto il cuore di pubblicarla ma di mantenermi anonimo, temo ritorsioni al lavoro. Tenete duro, mando un caloroso abbraccio all’Italia dalla gelida Svezia.

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