Abbiamo capito che per circolare in epoca post vaccino servirà il green pass o certificato verde Covid-19. Ma come funzionerà. Ecco un piccolo vademecum per sapere cosa fare per ottenere il documento di libera circolazione.
Vaccino Covid: come funzionerà il green pass
Il documento sarà rilasciato per motivi di turismo. Viene previsto sia il formato cartaceo che quello digitale, al quale si accede grazie a un Qr Code. Dovrà contenere una firma che qualifica il possessore. Per il formato digitale si pensa di utilizzare le app Immuni oppure Io. Od anche potrà essere inviato via mail.
Il green pass verrà rilasciato dai centri vaccinali, dagli ospedali, dalle Asl, dai medici di base, dai pediatri e dalle farmacie abilitate. Si sta approntando un software interno che userà i dati della tessera sanitaria per generare il codice.
L’app di verifica
Per questione di provacy le Forze dell’Ordine avranno un sistema che segnalerà solo con un semaforo rosso o verde il via libera per la persona controllata. Questo vuol dire che i dati personali e sanitari non saranno leggibili. La piattaforma verrà gestita da Sogei. Che dovrà essere collegata al gateway centrale gestito dalla Commissione Europea.
Questo vuol dire che il green il pass italiano sarà compatibile con quello europeo. E dovrà seguire le linee guida tecniche comunitari. L’UE chiede che sia pronto a giugno per essere disponibile da luglio.
I 3 requisiti per avere il green pass
Per ottenere il green pass di libera circolazione bisogna avere tre requisiti:
- Avvenuta vaccinazione. Il pass ha durata 6 mesi.
- Guarigione dal Covid. Anche in questo caso la validità di 6 mesi.
- Effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus.
In caso di avvenuto vaccino la certificazione verde viene rilasciata su richiesta dell’interessato in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria. Oppure da chi effettua la vaccinazione subito dopo averla fatta. Il green pass avrà segnato il tipo e le dosi effettuate e sarà inserito nel fascicolo sanitario elettronico.
Per chi invece è guarito, il certificato sarà disponibile dalla struttura in cui è stato ricoverato o dal medico di base. Così come per chi ha fatto un tampone si avrà dalla struttura che l’ha effettuato, dalla farmacia convenzionata o dal medico di base. E sarà anche in quetso caso inserito nel fascicolo sanitario elettronico.
Il problema della privacy
Il Garante della privacy ha rilevato una serie di criticità e ha inviato al Governo un avvertimento formale. Secondo l’Aautorità il decreto Riaperture “non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale. Ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali“.
Per questo un prossimo Dcpm indicherà anche i tempi di conservazione dei dati raccolti e le misure per assicurare la protezione dei dati personali. Il digital green pass europeo conterrà gli stessi dati di quello italiano. Che saranno non leggibili né conservabili dai soggetti autorizzati a verificare il lasciapassare.
giornalista appassionato di tutto quanto fa tecnologia, caporedattore del quotidiano Il Giornale