Il caso Neurovendita: come lavorare (bene) nel centro del coronavirus

da | 26 Feb 2020

Neurovendita è una società fondata da Lorenzo Dornetti che si occupa di applicare le neuroscienze al settore delle vendite.

In pratica noi siamo quello che compriamo, ma lo studio del cervello può indirizzare le nostre scelte. E può formare venditori ad appicare i meccanismi che la nostra testa attiva quando entriamo in un negozio o accediamo a un sito online.

La particolarità di Neurovendita è che si tratta di un’azienda internazionale con una sede però tutta italiana. Più precisamente a Castiglione d’Adda, uno dei 10 paesi del Lodigiano, focolaio del coronavirus. Dunque l’eserienza di Dornetti può essere d’esempio ad altri imprenditori che si trovno nelle stesse difficoltà. Ecco, dalle due parole, come ha organizzato l’emergenza. E come ha permesso alla sua azienda di restare operativa grazie alla tecnologia.

Neurovendita e il coronavirus

Il piano spiegato da Lorenzo Dornetti

Noi ci siamo mossi in questo modo:

1) Venerdì 14 mattina alle 11.00, vista la gravità della situazione, tutti i collaboratori sono stati mandati alle loro abitazioni. Chi era fuori sede è stato richiamato a rientrare

2) Abbiamo attivato immediatamente i nostri partner informatici che ci hanno permesso di rendere operative le modalità di smartworking per la maggioranza di noi

3) Sabato e domenica è stato un susseguirsi di chiamate e call per cercare di pianificare e verificare che i sistemi funzionassero e le modalità operative possibili nei diversi incarichi con i diversi clienti

4) Alla ripresa del lavoro siamo riusciti a comunicare ai clienti che le attività di ricerca e selezione sarebbero state realizzate in continuità. Le consulenze sarebbero state trasformate in sessioni di conference call, alcune aule di formazione sono diventate webex ed addirittura siamo riusciti a consegnare dei risultati del Neurovendita Lab. Facendo una presentazione da remoto “live” di quanto individuato per una società committente.

Ovviamente stiamo rispettando tutti i decreti legge. La sede è chiusa. Le persone non si muovono da casa, non solo  chi è obbligato nella zona rossa, ma anche chi lavora fuori  si è messo in una quarantena volontaria “lavorativa”. 

La maggioranza dei clienti nazionali ed internazionali ha apprezzato questo approccio razionale. L’idea che ci ha guidato è che il panico non dovesse diventare inerzia e che un approccio razionale che sfruttasse la tecnologia fosse il modo migliore per non fermarsi in un momento di difficoltà.

Da studiosi del cervello sappiamo infatti che la negatività riduce le difese immunitarie. Oltre che essere un “disastro” nel business.  

Lorenzo Dornetti spiega il suo approccio all’emergenza anche in questo video su EconomyMag.

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