Per Huawei è arrivato il momento della rivincita, e il numero segnato dai ricavi lo evidenzia. Dopo il ban voluto da Donald Trump che ha praticamente causato l’uscita dell’azienda dal mercato degli smartphone, la lunga riorganizzazione sta portando i risultati sperati. E questo alla vigilia della presentazione internazionale di martedì 7 a Dubai nella quale si lanceranno nuovi smartwatch, tablet e pc.
I ricavi record di Huawei
Nell’ultimo quarter appena contabilizzato Huawei ha registrato un aumento dei profitti di oltre sei volte, riuscendo a rubare quote di mercato ad Apple nonostante le sanzioni occidentali. La Mela infatti ha registrato un calo del 4% e, soprattutto, 0ltre -30% nel numero degli smartphone spediti anno su anno. Così ecco che in Cina, nonostante sia venuta a patti col governo accettanto di inserire l’AI di Baidu sui prossimi iPhone, c’è stato un crollo di vendite.
L’azienda con sede a Shenzhen ha infatti riportato un profitto di 19,6 miliardi di yuan (2,5 miliardi di euro) nei tre mesi fino a marzo, in aumento del 564% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E questo appunto nonostante le restrizioni sulle esportazioni degli Stati Uniti. E i divieti sulle vendite all’estero delle sue attrezzature di rete, compresi quelli nel Regno Unito.
Le ragioni della risalita
Huawei ha lanciato un nuovo smartphone di fascia alta ad agosto, il Pura 70 ora arrivato anche in Italia. Che è stato realizzato principalmente con microchip di produzione interna. Questo si è rivelato un successo sorprendente tra i consumatori cinesi, col risultato appunto di far decrescere le vendite dell’iPhone nell’Estremo Oriente.
Inoltre adesso sviluppa chip avanzati per l’intelligenza artificiale nel tentativo di competere con il gigante della Silicon Valley, Nvidia, le cui vendite in Cina sono state limitate dall’amministrazione Biden. Pechino ha investito pesantemente nel recuperare il ritardo rispetto agli Stati Uniti e a Taiwan nella produzione di semiconduttori avanzati, ottenendo ottimi risultati per aziende come Huawei che hanno faticato a ottenere chip stranieri.
I numeri di vendita
Quanto accaduto segna una netta inversione per Huawei, dopo che il CEO Guo Ping – nel 2020 – aveva dichiarato che l’obiettivo era “la sopravvivenza”. Quasi quattro anni dopo ecco invece che ora l’azienda è “tornata in pista” dimostrando di aver superato la tempesta.
Secondo la società di ricerca Counterpoint, le vendite di smartphone di Huawei in Cina sono aumentate del 70% nel primo trimestre dell’anno. Portandola Huawei quasi al livello di Apple. Il cui uso dei suoi dispositivi tra i dipendenti governativi viene scoraggiato dalle istituzioni. Huawei sta inoltre investendo pesantemente nella tecnologia per auto intelligenti, cercando accordi con importanti produttori di automobili. E punta ora a tornare, anche nel resto del mondo, il gigante tecnologico che era.
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