Mentre qui in Italia la lotta continua a Covid.19, in Gran Bretagna si continua quasi a far finta di nulla. Una foto diventata virale mostrava ancora sabato il pienone di un concerto a Manchester. Ma tra gli italiani di Londra è grande paura. Ed è cominciata la grande fuga, con qualsiasi mezzo.
La grande fuga degli italiani di Londra
di Serenella Bettin
Ti sbagli. Il Titanic va in America. Tra cinque minuti. È la corsa. La corsa all’ultimo momento. La corsa all’ultimo minuto di tutti quei ragazzi italiani che di rimanere a Londra non ne vogliono sapere e vogliono tornare in Italia.
Sul gruppo Facebook “Italiani a Londra” le richieste per rimpatriare arrivano da ogni dove e qualcuno si attrezza pure organizzando pullmini clandestini per rientrare in patria. “Sto organizzando un viaggio Londra Roma – scrive qualcuno – partenza sabato mattina ore 5 a Victoria Station in pulmino, 9 posti. Chi vuole si può aggregare, contributo spese 250 pounds. Fatemi sapere nei commenti”.
Un altro: “Ciao qualcuno sa se ci sono dei voli diretti per Roma?”. Un altro ancora. “I primi voli disponibili con Alitalia sono sabato 4 aprile. Altre soluzioni?”. No soluzioni non ce ne sono. O meglio i più fortunati sono riusciti a trovare un volo disponibile per Roma, questa domenica, messo a disposizione da Alitalia e garantito dalla Farnesina.
Il racconto di una studentessa
Come questa ragazza che abbiamo intervistato, una studentessa universitaria, a Londra da qualche anno,
e che ha deciso di rientrare in Italia non appena ha visto che l’eccellente primo ministro Boris Johnson stava giocando a dadi con la vita degli altri. “Abituatevi a perdere i vostri cari – ha detto alla sua nazione – lasciate che il virus faccia il suo corso”. Un virus subdolo che si porta via gli anziani, la Storia, la memoria dei Paesi. Anche quelli anglosassoni, nessuno escluso.
Per il momento nello sconfinato United Kingdom, ci sono 1950 casi, 407 nuovi e 60 morti. I test eseguiti sono 44 mila. In Italia 109.170. E la cosa che risulta più grave è che è comunicazione di questi giorni, il Governo inglese ha cambiato i suoi eccelsi “consigli” per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Praticamente ti dicono che se hai sintomi, non hai bisogno di test. Che devi stare a casa per sette giorni se hai un’alta temperatura e se hai una continua tosse. “The government has changed the advice for people with Coronavirus symptoms – si legge – You no longer need testing”.
E inoltre di non recarti in ospedale e di chiamare l’111. Rispondessero. Ricevono migliaia di chiamate al giorno, le linee sono oberate, le linee sempre occupate.
Niente test, siamo inglesi
“La linea per mettersi in contatto è qualcosa di incredibile
– racconta questa ragazza italiana – la mia telefonata è andata avanti un’ora e nessuno rispondeva. Qui all’università ci dicono che siamo italiani esagerati, che non capiscono perché ci preoccupiamo, che alla fine è un’influenza normale”. Influenza normale tanto che Boris Johnson ora ci ha ripensato e ha iniziato a dire ai suoi cittadini di restare a casa.
I test però non vengono effettuati. Solo se sei ricoverato, spiega il nostro contatto, e questa è una cosa molto grave. I medici per esempio, come riporta un articolo del The Guardian, non vengono testati, molti sono preoccupati di contrarre la malattia e di portarla a casa alle loro famiglie e ai loro parenti.
Un medico junior in un’unità di valutazione di emergenza ha avviato una petizione , denominata “Test del personale NHS in prima linea per Covid-19 come priorità”, che finora ha attirato quasi 700.000 firme. E c’è da dire che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tramite il suo direttore, aveva criticato l’approccio dei Paesi che non stanno dando la priorità al test. “Non puoi combattere un fuoco con gli occhi bendati…” aveva detto. Ma il problema è che se non vieni testato, le persone con sintomi non sapranno mai se hanno il Covid oppure no.
La maratona continua
E poi, poi c’è la questione delle Università, dei pub, dei ristoranti, delle palestre, solo alcune hanno chiuso.
Ma sabato scorso si è svolto il concerto a Manchester, con migliaia di persone.
Anche una maratona è stata fatta perché si è detto che era un evento con basso rischio di contagio. Ne ha parlato la BBC. La Bath Half Marathon, Bathalf, la mezza maratona di Bath, che viene organizzata ogni anno dal 1982. Solo nel 2018 non venne fatta a causa della neve. Ma evidentemente il Coronavirus non è un motivo di tale gravità da sospenderla.
“Le indicazioni qui non ci sono – ci racconta la ragazza italiana – la gente vive normalmente, continua a fare la sua vita fregandosene altamente. I miei compagni di corso continuano a dirci che siamo noi esagerati, ci ridono in faccia. Non hanno chiuso di per sé le Università, perché il governo è molto contrario alla chiusura delle scuole”.
“Il servizio medico poi è scadente, a posti letto stanno messi male e solo Londra ha 9 milioni di abitanti. Anche se le lezioni sono online, le Università sono aperte, e quindi anche bar, pub, campi da calcio, palestre, la mail che la palestra chiude mi è arrivata ieri. In più se dobbiamo rimanere a casa, io abito con dei coinquilini che di rimanere a casa non ne vogliono sapere e prendono la metro ogni giorno”.
“Il pensiero di tornare a casa inizialmente non l’avevo valutato – racconta – ma quando ho visto il governo così spavaldo, come a voler fare il test di Darwin sulla mia pelle, mi sono incazzata. Ho pensato è l’unico governo che ha avuto la chance di vedere come sta andano in Asia, in Italia, in America, e in tutti o suoi vicini d’Europa e anziché prendere spunto e di dire prepariamoci ha buttato tutti a prenderselo. Quando ho visto questo ho detto: io non lascio la mia vita nelle mani di una persona del genere e mi sono attivata per tornare”.
A caccia dei voli
Da lì. Da lì però non sapeva che pesci pigliare, i voli per Venezia non ci sono, e se ci sono sono pieni, i prezzi dei voli per Roma in pochi giorni sono schizzati alle stelle, oltre 400 pounds, anche 500, il che vuol dire 541, 71 euro. E così da lì si mette in contatto con il Consolato, che dopo alcune ore le risponde. Il primo volo disponibile è quello della Farnesina che riporta gli italiani a Roma.
“Tieni conto poi – dice – che l’Inghilterra è un’isolotto. E qui la gente, anche se Boris Johonson ha minimizzato, ha iniziato a svuotare i supermercati. Fanno scorte di thè, farina, ketchup, pasta: la gente ha capito che deve preparsi per ogni evenienza ma continua comunque ad affollare i locali. E così intanto uno fa la spesa, compra dieci pacchi di farina, quello che arriva dopo vede che sta finendo, pensa la stessa cosa e compra anche lui”.
Già, la teoria delle finestre rotte, un circolo vizioso. Solo la Nutella a Londra non hanno fatto fuori. Intanto, intanto la nostra amica domenica torna a casa, ma non torna dai familiari, farà la quarantena in una villa isolata. Per mangiare, i suoi parenti le stanno comprando roba per quindici giorni e lei la troverà sul marciapiede. Questa è la storia di chi vive all’estero, e vuole scappare, perché nelle mani di un leader che qualcuno orami considera fuori controllo.
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