Finalmente è arrivata l’app Immuni. Con un (bel) po’ di ritardo, il servizio di tracciamento anti Covid-19 è scaricabile sugli smartphone, anche se per ora è in fase di test. Servirà? A questo punto, visti i numeri di contagio in crollo e le previsioni di sempre più scienziati, magari forse no. Però non è detto che invece torni utile. E quindi il consiglio è di averla sui vostri dispositivi.
Se avete dubbi o problemi sino disponibili il sito immuni.italia.it e il numero verde 800912491. Da parte nostra abbiamo riassunto Immuni in dieci domande e dieci risposte.
Immuni, le nostre dieci domande
1)Da chi è scaricabile?
Al momento Immuni può essere scaricata sui dispositivi mobili che hanno un sistema operativo iOs (Apple) o Android. Presto arriverà la versione dedicata agli smartphone Huawei, che come si sa non hanno più accesso alle App di Google. E montano un App Gallery proprietaria.
2)Può essere già usata?
Per il momento sarà in fase di test da lunedì 8 giugno. Solo in Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia sarà chiesto a chi ha attivato l’app e risulterà positivo al tampone, se vuole il codice alfanumerico generato dall’app stessa. Che servirà per l’alert da inviare a tutti coloro nei quali il soggetto positivo si è imbattuto nei 14 giorni precedenti.
3) Come funziona?
Una volta scaricata l’app fa sì che lo smartphone emetta costantemente un segnale Bluetooth che include un identificativo di prossimità. Il “raggio” a corta di distanza si incrocerà con quello degli altri utenti che hanno attivato Immuni.
4) Attiva anche con il Gps?
No. Assolutamente con i dispositivi Apple. Per esclusione con quelli Google, che attivano automaticamente il sistema di posizionamento al chiuso per aiutare il bluetooth. Ma anche in questo caso il Gps non interagisce con l’app Immuni
5) Quali sono i requisiti per essere avvisati?
Chi riceverà la notifica saprà automaticamente di essere stato in prossimità di una persona poi trovata positiva a meno di due metri di distanza per almeno 15 minuti.
6) E la privacy?
Viene garantita grazie allo sviluppo del programma API da parte di Apple e Google congiuntamente. I dati sensibili dell’utente che volontariamente ha attivato l’app restano nel suo dispositivo. E anche il codice che viene generato per individuare la positività, è casuale e non riferibile a nessuna persona. Il garante della privacy Soro ha chiesto che in fase di test venga aggiunta la specifica che le notifiche potrebbero non corrispondere a un rischio effettivo.
7) Cosa deve fare chi riceve la notifica?
Non ha alcun obbligo: può contattare il medico di base (opzione molto consigliata) oppure no. A sua scelta.
8) Dove finiscono i dati?
Verranno conservato in un server è gestito da Sogei (Società Generale d’Informatica) società Ministero controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. I dati sono conservati in Italia, controllati dal ministero della Salute e saranno cancellati entro il 31 dicembre 2020. Spetta all’utente decidere se inviarli.
9) E le altre regioni?
Secondo la tabella di marcia del Ministeri competenti e di Bending Spoons, la socità che ha sviluppato l’app, la settimana successiva alla prima fase di test Immuni sarà attiva in tutta Italia.
10) Ci sono altre app?
Immuni è l’unica riconosciuta a livello nazionale. E attenzione alle truffe: l’app è scaricabile solo da Apple Store o Play Store di Google. Qualsiasi altro avviso è un attacco fraudolento al vostro dispositivo.
giornalista appassionato di tutto quanto fa tecnologia, caporedattore del quotidiano Il Giornale