IIDEA, l’associazione dell’industria dei videogiochi in Italia, ha presentato alla settima edizione degli Stati Generali della Scuola Digitale, due strumenti per aiutare i docenti ad insegnare attraverso i videogiochi. Lo scopo è quello di rendere la didattica ancora più coinvolgente, ma anche educativa attraverso i videogiochi. Durante il workshop, che si è tenuto qualche giorno fa alla Fiera di Bergamo, IIDEA ha reso disponibili il manuale “Usare i videogiochi educativi in classe” e “Imparare con i videogiochi in classe”. All’evento ha partecipato Thalita Malagò Direttore Generale IIDEA, Raffaele Nardella Docente Équipe Formativa Territoriale Lombardia e Lara Oliveti CEO e Co-founder Melazeta con il supporto di Davide Coero Borga di RAI CULTURA.
Imparare attraverso i videogiochi
“I videogiochi sono entrati nelle scuole italiane già da diversi anni sia per iniziativa di singoli docenti, sia all’interno di progetti ufficiali. In entrambi i casi, la constatazione degli effetti dell’attività ludica in termini di motivazione e di risultati di apprendimento e il riconoscimento del videogioco come forma culturale. Sono stati condizioni essenziali di successo”. Ha commentato Thalita Malagò, Direttore Generale di IIDEA. “La nostra speranza è che grazie alla diffusione di questi materiali, ci sia la possibilità di promuovere una pratica più sistematica. Che permetta alla scuola italiana di allinearsi rispetto all’esperienza internazionale sul fronte dell’utilizzo del videogioco quale strumento di supporto all’apprendimento”.
L’idea di un insegnamento attraverso i videogiochi è già attiva in quasi tutte le scuole primarie e secondarie d’Europa. Grazie al manuale internazionale sviluppato da Games in Schools, un progetto di ISFE ed European Schoolnet. IIDEA invece, ha realizzato la versione italiana, in cui è possibile trovare tutte linee guida per utilizzare i videogiochi educativi in classe. Questo aiuta ai docenti ad ottenere un insegnamento educativo e divertente ai propri studenti. I manuali sono stati realizzati con la collaborazione di Manuela Cantoia, Massimiliano Andreoletti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Andrea Tinterri dell’Università di Foggia.