Il tunnel coronavirus è diventato progressivamente sempre più buio, non bisogna mollare. Ma forse c’è uno spiraglio e allora bisogna anche cominciare a programmare il futuro, per renderlo migliore. Cominciando da ciò che è utile ad assicurare la salute di tutti. Come la raccolta di rifiuti Covid-19 a rischio infettivo. Fatta da aziende come la Eco.System.
Continuiamo insomma la nostra inchiesta sull’argomento. Dopo gli articoli che hanno coinvolto il manager Paolo Tuccitto e l’azienda Newster della provincia di Rimini, vi raccontiamo di un’altra realtà italiana che opera nel settore. Opera a Modugno (Bari). E il suo Ceo Mario Damiani ci racconta cosa può offrire per un’Italia più attenta a tematiche ambientali.
Eco.System e i rifiuti Covid-19
Intervista a Mario Damiani
Dottor Damiani, ci racconta la sua azienda?“Abbiamo due indirizzi industriali. Prima di tutto costruire impianti tramite la Ecosyst, tutti certificati, per la sterilizzazione dei rifiuti ospedalieri. Con manutenzione, pezzi di ricambio, formazione del personale. Lavoriamo con pubblici e privati e con chi ha bisogno di trattamento rifiuti industriali. E che vogliono farlo sul posto”
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E l’altro indirizzo?
“Si chiama Ecos Service, e in quel caso facciamo noi lo smaltimento dei rifiuti Covid-19 dopo che sono stati triturati e trattati. Abbiamo avuto dalle autorità qui a Bari il permesso per la lavorazione di 3000 tonnellate. E, emergenza permettendo, a settembre dovremmo partire. Chiunque può conferire gli scarti dalla regione e anche da fuori regione e dagli altri Paesi del mondo. Quel che resta diventa materiali solido secondario per i termovalorizzatori”.
In che cosa consistono le vostre macchine?
“L’impianto è stato creato da me: è un’autoclave personalizzata che lavora a vapore saturo. Abbiamo tre linee per posti letto predeterminati: la 150 chili per gli ospedali piccoli, la 250 chili per quelli medi e la 500 per quelli grandi”.
E come funzionano?
“Come detto sterilizziamo col vapore saturo. Il vantaggio è che, a differenza del sistema di smaltimento tradizionale, il rifiuto viene trattato in loco e non c’è preoccupazione di passaggi di materiale infetto. In più l’impianto non ha emissioni in atmosfera. E poi non ha scarichi nelle fogne”.
Fa tutto il vapore, insomma.
“Che viene recuperato dalla macchina. Il volume del rifiuto si riduce all’80 per cento e quindi lo stoccaggio dura a lungo. Carichiamo una miscela in entrata: ogni 10 cartoni di rifiuti ce n’è uno di liquidi. L’impianto è automatizzato, basta una persona che spinge il bottone”.
Vantaggi?
“Il rifiuto è sterilizzato e pulito. L’ospedale può tenerlo anche due settimane invece di avere il problema di farlo venire a prendere ogni pochi giorni. Non è sicuro che il virus nel contenitore resti sigillato lì. E poi c’è il problema del trasporto, che può essere pericoloso per le persone e per chi lo fa. Infine: il ciclo di smaltimento è molto più economico”.
Il vostro consiglio in questo momento?
“Guardi, se io fossi nella Protezione civile mi preoccuperei di fare i centri di raccolta dappertutto. Ad esempio alla Fiera di Milano dove stanno costruendo l’ospedale per i malati di Covid-19. E in altre zone dove i rifiuti delle persone positive mettono a rischio la salute di tutti”.
Se qualcuno dovesse chiamarvi adesso?
“Siamo pronti e disponibili. E in caso di nuovi ordini, in tre-quattro mesi la macchina è pronta. L’emergenza finirà, ma il futuro deve dare risposte migliori perché questa grave crisi non si ripeta”.
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