Nonostante tutti gli sforzi per frenare i contenuti potenzialmente dannosi, secondo uno studio intitolato “Hidden Hate“, Instagram sembra non proteggere le donne dai DM abusivi, ovvero i messaggi offensivi nella sezione delle comunicazione privata. Lo studio rivela che il social non riesce ad agire in 9 casi su 10 di comportamento abusivo nei confronti delle donne. Inoltre, centinaia di utenti abusivi sono rimasti attivi mesi dopo essere stati segnalati sulla piattaforma.
Hidden Hate: i DM abusivi su Instagram
Lo studio in questione è stato condotto dal Center for Countering Digital Hate (CCDH), un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che combatte l’abuso e la disinformazione online. Anche se lo studio includeva un gruppo di test molto piccolo, e uno che consisteva anche di personaggi famosi, i risultati sono piuttosto allarmanti. Durante un periodo di un mese, le cinque donne che hanno partecipato hanno ricevuto un totale di 8.717 DM e i ricercatori hanno scoperto che 1 messaggio su 15 viola le politiche di Instagram sui contenuti offensivi. Si tratta di circa il 6,5% o un totale di 567 messaggi.
Inoltre, 253 utenti sono stati segnalati tramite gli strumenti sulla piattaforma, ma a 227 di loro è stato permesso di rimanere attivi. “Instagram ha scelto di schierarsi con gli abusatori creando negligentemente una cultura in cui gli abusatori non si aspettano conseguenze, negando alle donne la dignità e la loro capacità di utilizzare gli spazi digitali senza molestie”, ha commentato Imran Ahmed, CEO di CCDH. “C’è un’epidemia di abusi misogini che si verificano nei DM delle donne. Meta e Instagram devono mettere i diritti delle donne prima del profitto”.
Chi sono le cinque vittime del messaggi?
Per generare dati sufficienti, CCDH ha dovuto coinvolgere alcuni volti piuttosto popolari. I seguaci sommati delle cinque donne arrivano a 4,8 milioni. Si tratta di:
- Amber Heard, protagonista di film di successo come “Aquaman” e “Justice League”;
- Rachel Riley, conduttrice del quiz show britannico “Countdown”;
- Jamie Klingler, co-fondatrice di Reclaim These Streets;
- Bryony Gordon, giornalista e autrice pluripremiata;
- Sharan Dhaliwal, co-fondatore della rivista Burnt Roti.
Si potrebbe obiettare che le persone famose sono più inclini all’abuso e commenti negativi, ma i DM che le cinque donne hanno ricevuto vanno da contenuti sessuali espliciti e abusi, fino a minacce di morte. Presumibilmente, Amber Heard è stata quella più colpita dall’esperimento: ha ricevuto numerose minacce di morte nei suoi confronti, della sua famiglia e di sua figlia. L’attrice ha presentato numerose denunce alla polizia, prima di lasciare Instagram per sempre.
Instagram non è d’accordo: Cindy Southworth, responsabile della sicurezza delle donne di Meta, la società madre di Instagram, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, in cui ha affermato che la società “non è d’accordo con molte delle conclusioni del CCDH”.