All’inizio è stata Epic Games, dopo che il suo Fortnite è stato tolto dall’App Store di Apple perché aggirava la politica dei compensi. Poi è stata la volta di WordPress e adesso anche degli editori americani. In pratica Cupertino, che ha appena festeggiato la capitalizzazione di 2 triliardi in Borsa, è sotto attacco per la sua richiesta del 30% dei profitti delle app. L’inizio di una battaglia che potrebbe aprire scenrai impensabili fino a poco tempo fa.
L’App Store di Apple sotto attacco
La Mela e il 30% dei profitti
La guerra di Epic Games è cominciata da quando ha introdotto in Fortnite un sistema di pagamenti in-App alternativo a quello di Apple. Il gioco è stato rimosso dall’App Store (e anche dal Play Store di Google) e da lì si è passati in tribunale.
Alle denuncia dell’azienda dei videogame Apple ha risposto con un’istanza alla corte di lasciare in vigore il ban. Tra i documenti prodotti c’è anche lo scambio di email tra le due società iniziato lo scorso 30 giugno.
La difesa dell’App Store
Gli avvocati di Cupertino hanno dichiarato che Epic è venuta meno al contratto dell’App Store e che “gli sviluppatori che lavorano per ingannare Apple, come fatto da Epic in questo caso, vengono terminati. Uno sviluppatore che evita il sistema di pagamento dell’App Store è come un cliente che esce da un Apple Store senza aver pagato”.
“L’App Store non è solo un marketplace digitale, ma è parte di un esteso sistema di strumenti, tecnologie e servizi che Apple mette a disposizione per gli sviluppatori. Conrigorosi standard su Privacy, sicurezza e contenuti che altrimenti Apple non potrebbe garantire”.
La contromossa di Epic Games
Apple ha anche detto che le richieste arrivate Epic Games volevano ottenere un trattamento speciale per sé e non a favore di tutti. Ma il Ceo Tim Sweeney ha pubblicato un tweet dichiarando che queste affermazioni sono fuorvianti. E scrivendo che spera che “Apple possa riflettere sulle restrizioni della piattaforma e inizi ad apportare cambiamenti storici” per gli utenti.
Un’azienda tira l’altra
L’apertura di questa battaglia giudiziaria ha aperto anche un fronte caldissimo. Pure Spotify ha cominciato ad avanzare richieste ad Apple. E anche WordPress – che si era vista togliere dall’App Store l’applicazione gratuita – ha costretto Cupertino a fare marcia indietro con tante scuse.
Così ecco ora che alcuni editori di quotidiani americani come il New York Times, il wall Street Journal e il Washington Post, hanno chiesto a Apple condizioni economiche più favorevoli. Le stesse, hanno scritto in una lettera della Digital Content Next, che viene riconosciuto ad Amazon.
Apple trattiene il 30% dei ricavi generati dalla maggior parte degli abbonamenti via App Store, percentuale che scende al 15% dopo il primo anno. Ma non per Amazon che versa da subito il 15% delle entrate dei clienti di Amazon Prime Video che si sono registrati attraverso l’app per iPhone.
La richiesta degli editori
Nella lettera degli editori Usa quel 30% viene definito come un fattore che “influisce notevolmente sulla capacità di continuare a investire in notizie e intrattenimento affidabili e di alta qualità. In particolare in concorrenza con altre aziende più grandi”.
E in pratica la palla di neve di Epic Game rischia di diventare una valanga. Che potrebbe travolgere il sistema di ricavi di Apple, quello che fa oggi dell’azienda di Tim Cook la più ricca del mondio tecnologico.
giornalista appassionato di tutto quanto fa tecnologia, caporedattore del quotidiano Il Giornale