Nell’era digitale, le collaborazioni tra aziende e influencer sono sempre più strategiche per il successo dei brand. In questo contesto, l’Italia si distingue come uno dei paesi più attenti alla trasparenza e alla condotta etica nelle partnership con i content creator. Infatti, secondo il Rapporto sull’Influencer Marketing in Europa 2024 realizzato da Kolsquare (a questo link il report completo), il 59% delle aziende italiane considera fondamentale la trasparenza nelle collaborazioni, e ben il 77% richiede che gli influencer firmino carte etiche e valoriali, un dato significativamente superiore alla media europea.
Influencer in Italia: perché l’etica è una priorità per le aziende italiane?
La sensibilità etica delle imprese italiane nei confronti dell’influencer marketing è dovuta a diversi fattori. Da una parte, la recente attenzione mediatica su alcuni casi controversi di influencer ha contribuito ad accrescere la consapevolezza sull’importanza di valori come l’integrità e la responsabilità. Dall’altra, il rapporto segnala come l’età media elevata della popolazione italiana sia un elemento determinante, portando le aziende a privilegiare piattaforme più tradizionali come Facebook. Infatti, il 69% delle imprese italiane preferisce Facebook per le campagne promozionali, molto più rispetto ad altri mercati europei dove dominano social come Instagram e TikTok.
Italia: ottimismo moderato per il futuro dell’influencer marketing
Nonostante le sfide di un mercato in continua evoluzione, il 46% delle aziende italiane si dichiara ottimista sul futuro dell’influencer marketing, prevedendo una crescita del giro d’affari fino al 50% nei prossimi cinque anni. Tuttavia, il 19% teme un possibile calo degli investimenti, una percentuale di sfiducia superiore alla media europea. Tra le principali preoccupazioni, le aziende segnalano l’equilibrio tra il controllo del brand e la libertà creativa degli influencer, oltre alla complessità degli algoritmi e alla difficoltà nel reperire dati affidabili.
Quanto investono i paesi europei nell’influencer marketing?
Le aziende europee con più di 11 dipendenti spendono in media 3,4 milioni di euro all’anno per l’influencer marketing. Con la Germania in testa con una spesa media di 5,7 milioni di euro, seguita da Francia (3,49 milioni) e Italia (3,37 milioni). Al contrario, il Regno Unito mostra una spesa inferiore, pari a 1,01 milioni di euro, poiché preferisce collaborare con micro-influencer e stipulare contratti a commissione. Guardando al futuro, il 54% delle aziende europee intende aumentare il proprio budget nel 2025, mentre il 37% manterrà invariato l’investimento attuale.
Chi sono gli influencer più richiesti?
Le aziende europee tendono a preferire i micro-influencer (10.000-100.000 follower) e i macro-influencer (100.000–1 milione di follower), scelti rispettivamente dal 75% e dal 65% degli intervistati. Questa preferenza è dovuta all’elevato tasso di coinvolgimento che queste categorie riescono a offrire, abbinato a costi contenuti rispetto ai mega-influencer. Anche i nano-influencer (con meno di 10.000 follower) stanno acquisendo popolarità, soprattutto per campagne di nicchia ad alto tasso di conversione.
Italia e social network: tra tradizione e nuove tendenze
Instagram, TikTok e YouTube sono i social network principali per l’influencer marketing in Europa, con una netta prevalenza di Instagram (89%). In Italia, Instagram domina con il 91% delle iniziative, seguito da Facebook (69%), YouTube (61%) e TikTok (59%). Snapchat, pur restando meno popolare in Italia, è in forte crescita in Francia e Germania, dove si posiziona davanti a Twitch come preferenza per il marketing digitale.
Diversità e inclusività nel panorama europeo
In Europa, il tema della diversità è più sentito nel Regno Unito, dove il 18% delle aziende cerca di collaborare con influencer rappresentativi delle minoranze. Questo dato, più alto della media europea (12%), dimostra la crescente importanza dell’inclusività per i brand inglesi. In Italia, pur non raggiungendo i livelli del Regno Unito, le aziende cominciano a considerare rilevante la diversità all’interno delle proprie campagne.
Collaborazioni etiche: una priorità crescente
L’etica e la trasparenza sono diventati criteri prioritari nella scelta degli influencer per le aziende europee. Nel Regno Unito, ad esempio, il 76% delle imprese considera cruciale il rispetto delle normative, in particolare per quanto riguarda la protezione dei minori e la promozione responsabile di prodotti. In Francia, oltre il 70% delle aziende si impegna a evitare collaborazioni che possano incentivare comportamenti dannosi come il bullismo e le molestie. Anche in Italia l’aspetto etico è molto rilevante, con un 37% di aziende che desidera ispirare un cambiamento positivo attraverso le proprie campagne.
Verso un futuro etico e sostenibile
L’attenzione verso temi come la sostenibilità ambientale e la salute mentale è in crescita, in particolare in Germania. Tuttavia, in Italia questi aspetti sono ancora secondari (in questo articolo i trend dell’influencer marketing nel 2023). Solo il 17% delle aziende considera l’ambiente come un fattore cruciale nelle proprie campagne di influencer marketing, mentre la salute mentale è rilevante per il 16%.
L’influencer marketing in Europa sta vivendo una fase di trasformazione. La crescente attenzione verso l’etica e la trasparenza, insieme all’innovazione tecnologica e alle nuove normative, stanno tracciando una strada più responsabile per il futuro del settore.
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