Dopo Joni Ive, l’uomo del design, ecco Phil Schiller. Un’altro pezzo della storia di Apple se ne va, segno di cambiamento di un’azienda che si sta allontanando da suo passato sostituendo i manager che hanno creato il mito nei pimi anni Duemila. Ufficialmente il vicepresidente per il Product Marketing lascia per dedicare più tempo alla famiglia. E continuerà a collaborare con Cupertino, “finché mi vorranno”. Ma Schiller è uno dei volti noti della Mela. E il suo addio non passa inosservato.
L’addio di Phil Schiller
Il vicepresidente lascia Apple
L’annuncio è avvenuto ieri: Schiller, dopo 33 anni in azienda, sarà sostituito da Greg Joswiak. Resterà, fa sapere l’azienda, come “Apple Fellow”. In pratica come collaboratore per supervisionare l’App Store e le comunicazioni, sempre a diretto riporto con Tim Cook. Il capo di Apple lo ha salutato con una dichiarazione : “Phil ha contribuito a rendere Apple l’azienda che è oggi e i suoi contributi sono ampi, vasti e profondi. I molti anni di leadership di Joswiak nella società lo hanno res oora perfettamente adatto a questo nuovo ruolo”.
Come detto la notizie segue quella della partenza di alcuni importanti leader dell’azienda negli ultimi anni: oltre Jony Ive, l’uomo che ha inventato il designi dell’iPhone, anche Angela Ahrendts. Che era stata strappata a Burberry’s da Cook per rivoluzionare gli Apple store. Nel video qui sopra vediamo il Talk di Schiller con l’altro vicepresidente Craig Federighi alla WorldWide Developer Conference del 2017.
Le parole di Phil Schiller
“Continuerò a lavorare qui finché mi vorranno – ha detto l’ormai ex vicepresidente, oggi 60enne -: voglio anche guadagnare un po’ di tempo negli anni a venire per la mia famiglia, gli amici e alcuni progetti personali a cui tengo molto”.
Schiller non è stato solo l’uomo del marketing, ma è stato coinvolto fin da subito da Steve Jobs nell’ideazione e nella progettazione dei prodotti più importanti dell’azienda. L’iPhone appunto, ma anche l’iPad. Il suo addio segna un ulteriore cambiamento di Apple in un mercato in cui manca da tempo il tocco magico di una volta.
giornalista appassionato di tutto quanto fa tecnologia, caporedattore del quotidiano Il Giornale