Come vivono gli italiani l’emergenza secondo Global Web Index

da | 11 Apr 2020

Come vivono gli italiani l’emergenza?

Poco prima dello scoppio della pandemia vivevamo la vita sui nastri trasportatori, sommersi da mille impegni appuntamenti lavori treni aerei trolley biglietti pranzi al volo. Qualcuno aveva già pensato alle vacanze, qualche altro a qualche acquisto da fare, qualcuno a comprare casa, l’auto nuova, a sposarsi.

Come vivono gli italiani l’emergenza

di Serenella Bettin

Ecco i dati di un’analisi dei dati di GlobalWebIndex, la società di ricerche di mercato fondata da Tom Smith nel 2009. E condotta in eslusiva da The Fool, l’agenzia di Matteo Flora che dal 2008 analizza sviluppa progetti volti alla generazione di strategie efficaci per il miglioramento della reputazione digitale.

Secondo l’analisi in Italia il 37% della popolazione ha deciso di posticipare le vacanze già programmate e il 21% ha ritardato almeno un volo.

Per chi invece doveva acquistare qualcosa, il 35% ci penserà dopo l’emergenza. A incidere su questi comportamenti, ormai comandati solo dall’emergenza Coronavirus che pende sopra la nostre teste, è il fatto che il 30% delle persone pensa che il Covid avrà un impatto notevole o drammatico sulle proprie finanze. Il 75% sull’economia del proprio paese e l’85% sull’economia globale.

Niente ottimismo

La popolazione italiana sembra essere meno ottimista riguardo all’evolversi dell’epidemia nel resto del mondo. I più ottimisti sembrano essere i più adulti con il 58% degli italiani tra i 55 e i 64 anni, che si dichiarano molto o abbastanza ottimisti per il futuro. Contro il 51% della popolazione tra i 25 e i 34 anni.

Circa il 60% degli italiani si dichiara inoltre molto o estremamente preoccupato dell’attuale situazione all’interno del Paese. Una persona su 4 crede che il coronavirus durerà sei mesi o più in Italia. Mentre, circa un terzo degli italiani pensa che il contagio durerà altri due o tre mesi. Le persone ingenere risultano essere molto consapevoli della gravità della situazione. Per questo motivo ricercano serietà e affidabilità nei social media, nelle aziende e nei negozi.

Due italiani su 3 vorrebbero che i social filtrassero le fake news. E già whatsapp ha cominciato a bloccare le catene di tutte quelle corbellerie che vengono diffuse in rete da sapientoni, complottisi, gente fuori dai gangheri. Inoltre, quasi il 60% vorrebbe che i social media avessero un ruolo proattivo nella vicenda coronavirus e che aiutassero le persone a far fronte all’emergenza. La popolazione si attende che i social possano fare da filtro per guidare verso informazioni autorevoli.

Economia di guerra

Per quanto riguarda il ruolo produttivo delle imprese, in linea con le indicazioni di una “economia di guerra”, circa 2 persone su 5 concordano sull’arresto della normale produzione al fine di aiutare quella dei beni necessari. Per 3 persone su 5, le aziende dovrebbero concedere pagamenti flessibili e la chiusura delle attività commerciali non essenziali trova grande riscontro positivo.

Secondo il GlobalWebIndex tra gli italiani si registra un alto tasso di consenso. L’80% della popolazione approva la gestione dell’emergenza da parte del governo. Circa il 35%  guarda più spesso il telegiornale, il 74% concorda nel postdatare gli eventi sportivi ora interrotti, il 20% ne vorrebbe la cancellazione, solo il 7% è a favore del gioco senza spettatori.

Gli unici spettatori per ora siamo noi, viviamo le nostre vite sui davanzali, dai portoni, senza gli applausi.

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