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La tecnologia aiuterà la ripartenza del turismo? Intervista a Simona Tedesco

L’Italia è ripartita. Con tanti se e tanti ma. In tutti i settori. Tra questi, il primo ad aver subito dei danni molto profondi è il turismo. Per la vera ripresa gli esperti parlano della fine delle estate e di inizio autunno. Di normalità se ne parla nel 2021. Insomma, pare che il 2020 per il turismo sia un anno definito “inclassificabile”.

In ogni caso, non disperiamo, le vacanze, pare, che comunque si potranno fare sebbene con tanti limiti, dalle complicate e non chiare norme sulle spiagge alle nuove norme di prenotazione e dei trasporti. Il rischio è che la settimana di relax si trasformi in una “vacanza da incubo”. Per fortuna, però, la tecnologia offre soluzioni che possono, in qualche misura, contenere i disagi e fare in modo che adattarsi alle nuove regole non sia solo un fastidio. Ne parliamo con Simona Tedesco, direttore di Dove.

Ripartenza del turismo: intervista a Simona Tedesco

di Elisabetta Pina

Che cosa succederà al turismo italiano dopo la pandemia?
«Lo scenario non è confortante. Ma, dato che il turismo rappresenta il 14 per cento del Pil italiano, la ripresa di questo settore è davvero fondamentale per sostenere la nostra economia. Lo stesso vale per molti altri paesi che vivono di turismo come, per esempio, la Grecia e la Spagna. Noi italiani abbiamo davanti un’estate al 99 per cento tutta italiana, dato che non sappiamo con certezza se in effetti tra un mese apriranno le frontiere europee. La vera perdita, quindi, è il turismo straniero».

Chi soffrirà di più?
«Ci sono alcune destinazioni italiane, per esempio, che prima della pandemia avevano oltre il 70 per cento di turisti stranieri. Dai laghi, alla riviera ligure, alle città d’arte e a tutte quelle zone che, fino allo scorso anno, stavano crescendo moltissimo grazie ai viaggiatori di tutto il mondo. Ora tutto si è fermato e la grande scommessa di questa estate 2020 è capire che cosa si potrà fare. Aperte le Regioni, si guarderà all’Italia, noi a luglio e ad agosto usciamo con due numeri speciali tutti dedicati all’Italia per capire “dove” (ride, ndr), come e perché trascorrere qualche giornata (o settimana) di relax in Italia».

turismo

Come si tornerà a viaggiare dopo il Covid-19?

Dove si potrà andare in vacanza quest’estate?
«Quest’estate la priorità sarà la sicurezza. Ma bisogna anche guarda avanti e immaginare i desideri e le tendenze del nuovo modo di viaggiare post Covid-19.  Per esempio, le vacanze sostenibili, quelle outdoor e quelle green erano già tendenze molto forti. L’under tourism contro l’over tourism era un fenomeno già in essere, ma dopo la pandemia è sempre più probabile che questo sarà il trend in forte crescita. Perciò quest’estate sarà all’insegna della scoperta di piccoli borghi e dei parchi naturali, preferendo mete poco frequentate».

Che cos’è l’under tourism?
«È un modo di viaggiare che predilige le località poco affollate e fuori dagli itinerari classici. Per esempio questo è l’anno che vedrà crescere la crescita degli affitti di case private, dei piccoli hotel e dei bed and breakfast perché sono modi di ospitare vissuti come realtà più sicure. Mentre i villaggi turistici e le strutture all inclusive potrebbero essere penalizzati perché considerati troppo affollati e dove gli “assembramenti” sono piuttosto frequenti».

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Prenotazioni, itinerari e code: tutto sarà digitalizzato.

Che ruolo ha – e avrà – la tecnologia in questa ripartenza del turismo?
«Gli strumenti tecnologici per cambiare passo li avevamo già a disposizione. Ma non eravamo ancora pronti a usarli. Ora, invece, in un attimo, sono cambiate le esigenze. Basti pensare allo smart working: improvvisamente l’80 per cento delle aziende si è trovata costretta ad adottare questa modalità di lavoro con i propri dipendenti. Grazie alla connettività e alla Rete è stato possibile continuare a lavorare in quasi tutta Italia. È un insegnamento che ci indica la strada. La stessa cosa sta accadendo nel turismo».

Come?
«Le app per prenotare, per esempio, dai ristoranti alle spiagge, saranno sempre più di uso comune. La tecnologia in questo senso diventerà una comodity e un modo per regolare i flussi e le affluenza ed evitare i pericolosi assembramenti. Questo, oltre a un fatto di sicurezza, sarà un modo forse più piacevole e intelligenti di visitare un museo, per esempio. Evitando code infinite e inutili e presentandosi all’ingresso solo al proprio turno sarà  solo un piacere visitare un monumento. Le prenotazioni online per visitare le mostre erano già attive per tanti musei, non solo italiani ma in tutto il mondo, ma è un modo che veniva usato in percentuali molto basse. Ora invece che è necessario farlo, sta cambiando la mentalità. Perciò anche gli ultra sessantenni, per esempio, stanno comprendendo tutte le potenzialità di uno smartphone».

Che sviluppi potrebbero esserci?
«La tecnologia ci viene in aiuto per contenere il contagio anche durante i trasporti, dalla regolazioni dei flussi ai termo scanner, gli strumenti hi tech sono diversi. Ma non solo. La Rete e l’innovazione ci permetterà di vivere esperienze di viaggio sempre più personalizzate. Ci sono tante realtà in Italia, spesso molto giovani, che hanno già realizzato progetti innovativi e interessanti per far scoprire un territorio in modo nuovo. Esperienze create ad hoc per micro gruppi, per esempio, alla scoperta della street art di una città».

Sarà una vacanza hitech, insomma.
«La tecnologia viene in supporto all’organizzazione e alla logistica ma anche a favore della creatività e della specificità degli interessi. Questo, a mio avviso, è l’aspetto più interessante. A questo si aggiunge una grande rivoluzione che è in atto: la gestione corretta dei big data. Ovvero tutti i dati che vengono raccolti quando un viaggiatore si registra a un portale di prenotazione, per esempio, devono essere interpretati correttamente dall’operatore per suggerire all’utente informazioni ad hoc».

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