Un successo prima ancora di arrivare in Europa. E dunque in Italia. I nuovi Xiaomi Mi 10 e Mi 10 Pro, già in vendita sul mercato cinese, ha ricevuto il punteggio più alto da DxOMark, che ha già avuto modo di testare in anteprima il comparto fotografico. Insomma il brand continua a guardare avanti, nonostante le difficoltà del momento. E spiega i suoi progetti attraverso le parole di Chew Shou Zi, CFO e presidente international. Intervistato sulle pagine del Giornale di ieri.
L’intervista a Chew Shou Zi (Xiaomi)
Il futuro oltre il Mi 10
Chew Shou Zi è CFO e presidente international di Xiaomi. Ovvero il capo di un’azienda che sta conquistando sempre più quote di mercato grazie alla formula «qualità a un prezzo accessibile». Al Mobile World Congress di Barcellona sarebbe dovuto avvenire il lancio dei nuovi Mi 10 e Mi 10 Pro, «ma la sicurezza viene prima di tutto, anche del business». Tutto rinviato, qui in Europa, a primavera.«Infatti: vedrete dispositivi potenti e avanzati».Intanto: quale sarà l’impatto della crisi del coronavirus?«Non lo nascondiamo: avrà un impatto negativo. Per esempio per le difficoltà con la catena di supporto. Il primo quarto di quest’anno ne risentirà, ma sul secondo siamo ottimisti».Come mai?«Operiamo in 90 Paesi del mondo e crediamo nella collaborazione. Per questo abbiamo fornitori e business diversificati e siamo resilienti alle crisi. Con la nostra organizzazione i periodi negativi sono affrontabili».Su cosa puntate nel 2020?«Lanceremo device 5G, almeno dieci, soprattutto in Cina. E crediamo nella formula 5G+intelligenza artificiale+Iot: abbiamo investimenti per 7 miliardi di dollari e puntiamo al superinternet che cambierà la vita delle prossime generazioni».I problemi Usa-Cina non vi preoccupano?«Noi lavoriamo con fornitori e aziende in tutto il mondo. Il nostro modello di business punta su innovazione e collaborazione con tutti. Questo paga». Approccio diverso da altri concorrenti.«La nostra missione è essere aperti con i nostri clienti e con i partner. E mantenere un prezzo onesto. In questo posso assicurare che non cambieremo il nostro Dna. Mai».Quanto è importante l’Italia?«È strategica. Qui abbiamo un sacco di fan, possiamo dimostrare che i nostri prodotti sono adatti per un mercati così importante. E la nostra capacità di localizzare il business». Privacy: possiamo fidarci?«Assolutamente: per noi è il punto numero uno. Tanto che rispettiamo alla lettera il Gdpr europeo».E il sistema operativo? Resterete con Google?«Lavoriamo da anni con loro e abbiamo un grande supporto dall’ecosistema Android. Non c’è motivo di cambiare».
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