«Non cercate clienti per i vostri prodotti, ma prodotti per i vostri clienti». La frase slogan arriva dal’America, ma applicata a un’azienda di Taiwan fa lo stesso. Soprattutto spiega come il mondo della tecnologia stia cambiando: il prodotto prima di tutto, ma non da solo. La storia di Asus è uno dei casi simbolo di come l’high-tech si stia adattando al mercato che cambia. Roberto Feliziani, country product manager della parte mobile del brand asiatico, cita lo slogan di cui sopra per raccontare una nuova storia. E il fatto che lo faccia sotto il Monte Bianco, spiega che le cose più belle del mondo sono in fondo anche le più semplici.
L’obiettivo di Asus: soddisfare la gente
«Da una ricerca fatta da Gfk tra ben 12.500 consumatori, è emerso che Asus viene associata alla parola qualità. Per noi è una soddisfazione». Il problema però è resistere nel mondo dell’abbondanza. Perché se è vero che i computer che arrivano da Taipei sono tra i più apprezzati, nel settore smartphone la concorrenza è aspra. E allora, meglio fare le cose più semplici. Pensare prima al cliente, appunto.
«L’azienda ha capito che per svoltare era necessario capire quello che voleva la gente e cercare di soddisfarla – spiega Feliziani – è così partita una profonda riorganizzazione che ha interessato anche i canali dove offrire i nostri prodotti. Ai tradizionali punti vendita e agli operatori, si sono affiancati anche un sistema di e-shop con informazioni esaustive e soprattutto l’apertura dei cosiddetti Golden Store, ovvero negozi dedicati con persone formate da noi. Il cambiamento era necessario: in cinque anni sono stati persi per la crisi più di 1000 punti vendita, si doveva reagire consolidando il settore Premium, ottimizzando il portafoglio e dando tempi di consegna certi per non indispettire la clientela».
Parola d’ordine: cambiare semplificando
La domanda è semplice: come fare la differenza in un mercato che comincia a dare segnali di stallo? Gli smartphone sono sempre più belli ma sono arrivati al limite della loro evoluzione, la crescita dei prezzi della fascia alta fa aumentare il valore ma calare il volume, sotto i 300 euro la battaglia è epocale. Soluzioni? «Il momento non è semplice – spiega Fabio Capocchi, general manager Emea del mobile business di Asus – la sovrabbondanza crea disagio e la situazione politica internazionale alimenta tensioni economiche pericolose. La reazione più giusta è quella di cambiare semplificando. E d’altronde nel nostro DNA c’è quello di produrre device che permettano una vita digitale più semplice».
I servizi Taylor made di Asus
Lasciando nell’articolo a parte il racconto della nuova linea di Zenfone, la prima in uscita nell’anno del rilancio di Asus, c’è tutto il lavoro intorno che spiega le idee in campo. «Abbiamo riorganizzato le nostre business unit e da 7 macroregioni siamo passati a 3. La catena di comando è stata snellita e abbiamo cominciato a dare ai consumatori ciò che hanno richiesto. Per esempio con la nascita dei Rog Phone dedicati agli amanti del gaming. Si tratta di apparecchi particolari, studiati anche fisicamente per i giocatori. E abbiamo cominciato ad adattare la parte di servizi ai prodotti. Faccio un esempio: il servizio pick up and return in tre giorni per chi ha un problema con il pc è molto apprezzato, ma per un utente che deve aggiustare uno smartphone tre giorni di buco sono un’eternità. Ecco allora che in questo caso facciamo lo scambio immediato».
Insomma: ogni device ha le sue necessità, noi dobbiamo dare il servizio giusto al cliente giusto. Perché sia giusto anche il prodotto». Risultato: il nuovo Max Pro (M2) ha come caratteristica dominante una batteria da 5000 mAh che garantisce due giorni di ricarica. Si può staccare la spina, e chi non sogna appunto di non dover portarsi dietro ricariche per non restare a secco? Tutti. Infatti.
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