Trasporti e logistica post Covid-19 secondo Gianandrea Ferrajoli (Federauto)

da | 6 Mag 2020

Affrontiamo il problema della ripartenza post Fase 1 nei settori economici. In questo caso ci occupiamo di trasporti e logistica, una delle attività più colpite dell’emergenza Covid-19. E lo facciamo grazie a un intervento di Gianandrea Ferrajoli, Vice Presidente Federauto e Presidente della Commissione Ricerca, Sviluppo e Startup dal Consiglio Direttivo di A.L.I.S.

Gianandrea Ferrajoli

La trasformazione digitale necessaria per i trasporti della logistica

di Gianandrea Ferrajoli

La ripartenza che affronteremo sarà caratterizzata da una fase di forte recessione. Che sarà, al contempo, anche un grande acceleratore per il mondo del business e per il mercato della logistica e dei trasporti in particolare. In generale, si affermerà il modello darwininano. Per cui saranno le imprese più orientate al cambiamento e più veloci nella capacità di trasformazione – soprattutto digitale – a riuscire a sopravvivere a questa crisi sanitaria ed economica. Oggi diventa indispensabile adottare un approccio basato sulla cultura del bilancio e dei KPIs. Con un monitoraggio attivo e digitalizzato su tutti i processi della filiera. L’impatto del Covid-19 durerà almeno 2 anni, secondo la mia visione. Alla fase pandemica seguirà una recessione molto dura, il cui vero impatto non è attualmente visibile nei mercati perché siamo solo all’inizio. Ma la prolungata inattività forzata delle aziende produrrà dei numeri altamente negativi che ci faranno entrare in recessione.

La fase recessiva

A quel punto avremo un innalzamento della disoccupazione e un conseguente liquidity crunch, la liquidità diventerà a breve l’asset più importante e ricercato. Secondo le previsioni più estreme il 20% dei settori, soprattutto quelli maturi, potrebbe o scomparire o digitalizzarsi completamente. Sono quindi tre le fasi della crisi: l’attuale crisi pandemica, cui seguirà la crisi economica che a sua volta si trasformerà in una fortissima crisi finanziaria. Ad alcuni settori che sono crollati – come le linee aeree, il turismo, la ristorazione e il trasporto pubblico – si stanno venendo a sostituire, nella contingenza attuale, delle nuove aree di domanda. Rappresentate dallo shopping online e dal cosiddetto “ultimo centimetro”.  Per capirci: l’ultimo miglio è quello del supermercato, mentre l’ultimo centimetro è quello che ti porta a casa la consegna. In una crisi senza precedenti, con dei connotati totalmente sconosciuti , non c’è una procedura da attivare come paradigma, ma dobbiamo tenere conto di una serie di punti fondamentali.

Una visione di lungo periodo

Lo scenario non è ancora chiaro ed è in continuo cambiamento, dobbiamo continuare ad avere una visione di lungo periodo cercando però di averne anche una sul breve periodo. Con la priorità di salvaguardare l’asset più importante: la cassa. Siamo in una situazione in cui il 30% delle aziende indica che il fatturato si abbasserà di oltre il 50% nei prossimi 60 giorni. Sono quindi due le domande che si deve porre oggi un’azienda: chi voglio essere durante questa pandemia e chi voglio essere quando sarà finita. Bisogna iniziare oggi a definire il proprio posizionamento futuro. Perché sono già in atto degli importanti cambiamenti nel prossimo scenario economico che è stato definito “Low Touch Economy”.

I nuovi megatrend

La sicurezza sanitaria sarà infatti il nuovo megatrend che modificherà comportamenti dei consumatori e modelli aziendali. Dovrà essere certificata e cambierà profondamente il business con diverse azioni di prevenzione che saranno obbligatorie e regolamentate. Questo porterà le startup dell’healthcare ad avere una grande crescita, grazie allo sviluppo di strumenti digitali in grado di tracciare e monitorare lo stato di salute delle persone.Il Covid-19 ha costretto i consumatori e le aziende a dare maggiore attenzione a due aspetti: le persone e i prodotti con cui interagiscono. Sia le persone che le aziende si aspettano prove formali e certificazioni sulla sicurezza sanitaria. Ciò può comportare riprogettazioni del packaging, monitoraggio della temperatura corporea, vendita al dettaglio e servizi di hospitality. Servizi aggiuntivi gratuiti focalizzati sull’igiene e sulla sanificazione, preferenza di prodotti scientifici rispetto a quelli “naturali”, senza contatto diretto nelle consegne dei prodotti.

Più delivery e remote first

Per quanto riguarda il retail e la distribuzione dei prodotti si passerà al delivery e al remote first.  Ci saranno soluzioni di consegna specializzate (ad esempio, punti di rilascio per alimenti congelati/raffreddati). Od anche ottimizzazioni della catena di approvvigionamento (ad esempio, più negozi che raggruppano consegne per la stessa famiglia o per l’intera strada di quartiere). Mentre lo shopping tramite VR o le consegne con i droni non saranno ancora attuabili.Si evidenzia quindi la strategicità del settore dei trasporti e della logistica: la pandemia ha messo in evidenza il loro ruolo centrale. La grande crescita dell’e-commerce – che continuerà a crescere anche a fine lockdown – sarà la spinta propulsiva per la trasformazione digitale del settore. Nel mentre, il processo di digitalizzazione e innovazione cambierà il settore in maniera irreversibile, guidato dalle startup ad alto valore tecnologico che avranno un ruolo di advisor tecnologico per le PMI. Per questo motivo, le aziende del trasporto e della logistica che sono già dotate di cultura e strumenti digitali avranno un vantaggio competitivo incolmabile.

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