Ma le auto autonome arriveranno davvero presto? La domanda comincia ad avere una risposta. Ad esempio grazie a Mobileye, un’azienda israeliana nata nel 1999 a Gerusalemme e fondata da Amnon Shashua e Ziv Aviram. Appunto con l’intento di cambiare il mondo dell’automotive.
Una storia di successo, che a un certo punto si incrocia con quella di Intel. Che qui raccontiamo con un video appena prodotto. E con un’intervista ad Alessandro Finicelli, General Manager di Autobynet Srl, distributore italiano delle tecnologie ADAS Mobileye per auto, veicoli commerciali, camion e autobus.
La missione 2022 di Mobileye
Una storia di successo
Mobileye nasce con l’idea di sviluppare auto a guida autonoma basata sulla visione. E su sistemi avanzati di assistenza alla guida che forniscono avvisi per la prevenzione e la mitigazione delle collisioni. In pratica utilizza una serie di telecamere per migliorare la sicurezza stradale grazie ad algoritmi e machine learning
Nel 2007 Volvo diventa la prima casa automobilistica ad acquisire la tecnologia. Poi nel 2014 l’ingresso in Borsa a New York, prima company istraeliana a farlo, con un’IPO da 1 miliardo di dollari. Nel 2016 viene lanciato il controllo adattivo di velocità. Infine nel 2017 la compagnia viene acquisita da Intel per 15,3 miliardi di dollari (in questa pagina la strategia).
L’intervista ad Alessandro Finicelli
Autobynet distribuisce le soluzioni Mobileye in Italia. Ed è qui da noi che l’obbiettivo è la guida autonoma già nel 2022.
Siamo già a questo punto?
“Diciamo innanzitutto che è stato calcolato che la passenger economy raggiungerà un valore di 7mila miliardi di dollari in pochi decenni (qui lo studio di Intel). Questo vuol dire che le soluzioni sono già a portata di mano”.
Quali?
“Beh, il primo obbiettivo è lanciare un servizio di robot taxi nel 2022. In città e negli aeroporti”.
Sembra fantascienza.
“Innanzitutto: attualmente ci sono già 25 case automobilistiche che montano tcenologia MobilEye si circa 50 milioni di veicoli. Quindi…”.
Ma la guida autonoma è un passo difficile.
“Se si hanno le idee chiare no. Noi abbiamo stabilito tre pilastri fonfamentali: la creazione di mappe in alta definizione perché i veicoli possano circolare in sicurezza in città e non solo; l’utilizzo di sensoristica avanzata; una definizione di regole comuni con un protocollo da condividere con governi e istituzioni”.
Parliamone.
“Sul primo elemento il margine di errore massimo deve essere 5 centimetri. Calcolato con tecnologie esistenti e con un continuo aggiornamento per garantire sicurezza. La principale attività attuale è questa. Conoscere segnaletica, semaforica, cartellonista, limiti di velocità. Tutte le informazioni che devono poi essere elaborati dal veicolo”.
Secondo step…
“Si deve adattare la sensoristica per poter circolare senza intervento umano. Mobilieye è camera based, ovvero utilizza le telecamere. In questo momento si sta lavorando anche con i sistemi lidar e radar. Ma in modo separato per verificare che il modello con telecamere sia altrettanto efficace. Oltre ad avere un vantaggio”.
Quale?
“Ha costi nettamente più bassi e permette si rendere i veicoli più accessibili”.
C’è il terzo elemento.
“La definizione delle regole. Da cinque di buon senso si è declinato un protocollo matematico che tutti i veicoli autonomi dovranno rispettare. Lo scopo è la riduzione di eventuali criticità nell’interazione tra auto”.
Davvero saremo pronti nel 2022?
“La mappatura è in sviluppo anche in Italia. L’obbiettivo è che le nostre strade siano autonomous ready, pronte ad ospitare veicoli autonomi. Tutte”.
Come combinare l’automazione con il traffico normale?
“Sappiamo che ci sarà una prima fase di mobilità mista. Per fare questo utilizziamo concetto di assertività. Facciamo cioè in modo che il veicolo possa orare rispetto a situazioni in cui soggetti, per esempio, non rispettino una precedenza”.
Un’auto che osa?
“Sì. Grazie all’intelligenza artificiale si insegna ai veicoli autonomi ad osare oltre le regole predefinite. Con simulazioni ad hoc”.
Insomma ad essere più “umana”…
“Noi abbiamo obbiettivo: un livello di sicurezza superiore a quello garantito da un essere umano. Il nostro fondatore Amnon Shashua dice: tutti tolleriamo che un essere umano causi un incidente, ma la società non tollera che lo faccia una macchina. Va escluso assolutamente che succeda”.
Torniamo all’Italia.
“Primo obbiettivo servizi robot taxi, come detto. Sappiamo che abbiamo cartellonistica stradale non adatta, ma ci stiamo lavorando. Per dire: sulle autostrade ci sono cartelli che dicono: 50 km/h solo in caso di nebbia. Ecco: bisogna che veicolo autonomo sia istruito per evitare di passare da 130 a 50 in una giornata di sole mettendo in pericolo gli altri”.
Come si farà?
“Tutto è già previsto nei nostri studi. E l’uso del cloud consentità di gestire informazioni e di migliorare i sistemi di guida in costante aggiornamento. Anche se le infrastrutture non sono manutenute in modo adeguato”.
A questo link le informazioni tra Mobileye, Aci e Sara Assicurazioni per la mobilità più sicura.
A questa pagina le informazioni sui progetti di sicurezza e di mappatura delle strade italiane.
Qui i progetti per la guida autonoma di livello 2+
giornalista appassionato di tutto quanto fa tecnologia, caporedattore del quotidiano Il Giornale