Che siano una cozze tecnologiche è un po’ esagerato dirlo. Ma che, grazie alla tecnologia, si possa tutelare una specie di cozza, quella del Lago d’Orta, è tutto vero. Il suo nome tecnico è Unio elongatulus, ed è una vera e propria sentinella dell’ambiente. Si chiama insomma RisOrta il progetto ambientale di biomonitoraggio attivo e risanamento dei sedimenti delle aree costiere del lago d’Orta. Che prevede il posizionamento di questi molluschi in alcune aree litorali.
È stato presentato nei suoi dettagli da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e da Irsa Cnr di Verbania Pallanza. Con FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano come primo finanziatore, il Comune di Orta San Giulio, e Fondazione Comunità Novarese onlus. Realtà che hanno scelto di sostenere, insieme a Fantini Rubinetti, una borsa di ricerca. Per sviluppare ulteriormente l’approccio biologico e digitale sperimentale del progetto.
RisOrta, il progetto digitale per la difesa ambientale grazie alle cozze del Lago d’Orta
Il Lago d’Orta, a lungo inquinato dagli scarichi industriali, è stato ripristinato ecologicamente alla fine degli anni ‘80 mediante l’operazione di “liming”. Una imponente bonifica con carbonati di calcio che riequilibrò l’acidificazione delle acque. Ora presenta sedimenti inquinati da metalli pesanti ma acque purificate. Le acque del Lago d’Orta più superficiali sono però naturalmente esposte nella zona litorale al rischio potenziale di rilascio di inquinanti dai sedimenti. A causa di una serie di agenti esterni (moto ondoso, ruscellamento e accesso dei bagnanti). RisOrta prevede l’uso delle cozze d’acqua dolce come biosentinelle di allarme. Grazie alle riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni di questa specie infatti, si creare una rete di monitoraggio. Per effettuare un risanamento localizzato delle zone costiere.
L’approccio biologico di questo studio pilota intende fornire una soluzione sostenibile anche dal punto economico e altamente tecnologica. Perché i molluschi saranno provvisti di sensori che consentono di misurare in tempo reale le loro risposte alle condizioni ambientali. I dati sul comportamento delle cozze verranno inviati digitalmente al CNR per monitorare in continuo le condizioni dell’ambiente. E rilevare immediatamente eventuali anomalie o immissioni di sostanze inquinanti.
Le biosentinelle
Il progetto RisOrta cone le cozze di lago, nato da un suggerimento della dott.ssa Riccardi di Irsa Cnr, è stato presentato nel 2019 sul Bando “I Luoghi del cuore”. In virtù del risultato ottenuto al IX° censimento nel 2018. Sono stati infatti 16.650 i voti raccolti per il lago d’Orta. Il contributo di 20.000 euro assegnato da FAI e Intesa Sanpaolo sul Bando ha reso possibile l’intervento RisOrta. Che vede in qualità di cofinanziatore il Comune di Orta San Giulio.
I bivalvi sono una classe di molluschi filtratori che vivono infossati nei sedimenti dei fondali. Come filtratori di grandi volumi d’acqua svolgono la funzione di depuratori naturali. Rimuovendo anche sostanze tossiche grazie alla capacità di accumularle e depositarle nei loro organi in forma non tossica. Oltre a questo, migliorano le condizioni dei sedimenti e rendono l’habitat più idoneo anche per altre specie. Aumentando la biodiversità dell’ecosistema.
Grazie a queste capacità, sono molto usati come “specie indicatrici della qualità dell’ecosistema” per determinare le soglie di tossicità alla base della legislazione sugli scarichi inquinanti. Il ripopolamento spontaneo nel Lago d’Orta della specie nativa Unio elongatulus, scomparsa all’inizio del secolo scorso a causa del grave inquinamento, ha attratto l’interesse degli esperti. Perché sono estremamente rari i casi di ripopolamento spontaneo dopo alterazioni così devastanti dell’ecosistema.
Le fasi del progetto RisOrta
Il progetto prevede la reintroduzione di molluschi della stessa specie lungo una porzione del perimetro del lago d’Orta. Al fine di promuovere il risanamento dei sedimenti litorali e il biomonitoraggio. Attualmente, la popolazione di molluschi è limitata a una sola porzione del litorale del lago. Mentre la ricolonizzazione spontanea delle altre zone litorali richiederebbe tempi molto lunghi. RisOrta prevede di accelerare la colonizzazione con le cozze di altre aree litorali traslocando molluschi della stessa specie prelevati dai laghi limitrofi. Le attività di raccolta e traslocazione dei bivalvi saranno realizzate con il supporto volontario di alcune realtà associative della comunità locale.
Questo contribuirà ad accelerare la depurazione dei sedimenti. E a favorire il ripopolamento di altre specie grazie al miglioramento delle condizioni dell’habitat. Successivamente, seguirà il biomonitoraggio attivo e in tempo reale dello stato ecologico dell’acqua per il rilevamento. E l’identificazione immediata di eventuali immissioni di contaminanti, grazie all’installazione di gabbie contenenti molluschi provvisti di sensori per il rilevamento di anomalie del comportamento. Questo sistema di monitoraggio fa parte di una metodologia sempre più in uso per la sua affidabilità e semplicità di applicazione. Che rientra nei cosiddetti “BEWS: Biological Early Warning Systems”.
Gli esiti previsti
La zona dedicata al progetto RisOrta sarà l’area di Bagnera d’Orta, dove si trova una delle spiagge più frequentate. Successivamente l’attività potrà essere auspicabilmente estesa a tutte le sponde del lago. I monitoraggi deelle cozze traslocati verranno effettuati a distanza di 1 mese, 6 mesi, e 1 anno dall’impianto. Per facilitarne la localizzazione al fine del controllo periodico delle loro condizioni di salute, saranno provvisti di un microchip.
In caso di risposta comportamentale alterata si provvederà all’ispezione immediata. E alla contestuale raccolta di campioni di acqua per analisi. Verranno, inoltre, regolarmente controllati a campione alcuni molluschi per l’analisi dell’accumulo dei metalli. Il progetto pilota servirà alla definizione della più ottimale modalità operativa del sistema di biomonitoraggio continuo.
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