Come ben sappiamo, l’universo è praticamente sconfinato, eppure l’uomo sembra che sia stato in grado di delinearne con una certa precisione i confini. Il diametro dell’universo, infatti, dovrebbe essere pari a qualcosa come 93 miliardi di anni luce. E, tenendo conto che un solo anno luce è pari a 9460 miliardi di chilometri, non si tratta certamente di noccioline. Come ci si è arrivati a una simile misurazione? La vera portata dell’universo, chiaramente quella osservabile, si è ottenuta solamente grazie a uno strumento estremamente potente, ovvero il telescopio spaziale Hubble: si tratta di un vero e proprio osservatorio spaziale che è stato collocato lassù, nel bel mezzo del cielo.
Un telescopio che è stato lanciato in orbita
Come è stato sottolineato nel corso di un’intervista organizzata dal casinò online di Betway, questo telescopio è unico in termini di proporzioni. Ma anche in riferimento alle attività che è in grado di svolgere. Ad esempio, permette di osservare tutte quelle modifiche che hanno ad oggetto le nebulose, così come quelle che riguardano l’atmosfera della Terra.
Ed è stato proprio grazie al telescopio Hubble che si è potuto realizzare una sorta di mappa molto più precisa e dettagliata in riferimento all’universo in cui ci troviamo. Qualcosa, però, è cambiato: infatti, dopo oltre trent’anni di onorato servizio, 31 per la precisione, ecco che Hubble è pronto per andare in pensione. Lasciando spazio e compiti di responsabilità al nuovo telescopio spaziale ribattezzato Webb.
L’intervista al prof. Steven Hawley
Una storia veramente incredibile che racconta alla perfezione tutta l’evoluzione della tecnologia e i passi in avanti che sono stati fatti dalla scienza. Anche grazie alle dichiarazioni rilasciate nel corso di un’inteanni luce, ressante intervista che è stata pubblicata sul blog L’insider, da parte del professor Steven Hawley. Se di primo getto questo nome non vi dice nulla, dovete sapere che si tratta di uno dei partecipanti all’equipaggio che si dovevano occupare di mandare in orbita Hubble nel corso del 1990.
Si trattava, come si può facilmente intuire, di un compito contorniato da un novero impressionante di pressioni e responsabilità. Anche tenendo conto dei risultati che sono stati successivamente raggiunti da parte di Hubble, che è rimasto in orbita per la bellezza di tre decenni.
In effetti, anche considerando quanto Hubble abbia avuto un ruolo di primo piano nel cambiare completamente l’astronomia, ecco che Hawley si sente ancora più emozionato di aver portato a termine con tanta solerzia quello specifico incarico. Al giorno d’oggi, Hawley è il presidente della facoltà di ingegneria fisica dell’università del Kansas. Un vero e proprio punto di riferimento in questa materia: a 69 anni, ha passato la bellezza di 770 ore e 27 minuti, che equivalgono a oltre 32 giorni, nello spazio. Affrontando cinque missioni diverse dello Space Shuttle, portate a termine nel periodo che va dal 1984 al 1999.
Le caratteristiche del telescopio spaziale Hubble
Come detto in precedenza, non esiste un telescopio che ha le stesse dimensioni, dal momento che presenta una lunghezza pari a 13,2 metri e un diametro di ben 4,2 metri. Insomma, stiamo facendo riferimento a delle dimensioni che ricordano da molto vicino quelle di un vero e proprio trattore agricolo.
Le dimensioni di Webb, invece, sono addirittura di 22×12 metri, che equivalgono sostanzialmente a mezzo Boeing 737: Ecco spiegato il motivo per cui non esistono altri telescopi della stessa grandezza in tutta la storia dell’astronomia. Non sono chiaramente le uniche caratteristiche degne di nota: da evidenziare, infatti, anche come questo telescopio spaziale sia in grado di vedere a una distanza addirittura pari a 10/15 miliardi di luce, mentre quello che prenderà il suo posto, Webb, sarà in grado di vedere fino a una distanza pari a soli 13 miliardi di anni luce.